Romana Petri e Roberto Falotico

Romana Petri e Roberto Falotico

Non hanno niente in comune i due fratellastri, Emilio e Germano, un nome un destino visto che il dramma della sua vita è di essere un fratello. Due fratelli che sono agli antipodi fisicamente e intellettualmente, Germano è un gigante, è un artista, a 50 anni non si è mai sposato e non ha intenzione di farlo né di legarsi sentimentalmente. Emilio è minuto, è un matematico, è fedele alla moglie, per hobby studia la vita delle formiche.  Uno abita a Roma e l’altro negli Stati Uniti ed è convolato a nozze con un’americana. In comune hanno la memoria del padre. E i conflitti sotterranei che li separano. E cosi Romana Petri nel bellissimo romanzo “Figli dello stesso padre ( Longanesi editore) si rivela una delle scrittrici più in grado di affondare le unghie nella nostra realtà. Una scrittrice capace di penetrare nelle pieghe della storia di una famiglia allargata. Ci conduce con grande abilità nel lessico familiare, nei riti quotidiani, e nella sofferenza di due bambini e di due adulti poi che lottano per il possesso metaforicamente inteso dello stesso padre. Romana Petri come pochi altri narratori contemporanei, sa descrivere il viaggio nella psiche, nei meandri delle pulsioni più oscure, sa indagare sul potere degli adulti sui più piccoli, sull’incapacità degli adulti di educarli perché anche proprio loro sono troppo infantili.