Il 27 dicembre 1908 esce il primo numero del Corriere dei Piccoli, il quarto illustrato del Corriere della sera, amato sin da subito da adulti e bambini tanto che il primo numero, al prezzo di 10 centesimi, vendette ben 80.000 copie.
Le storie a colori e rimate, occuparono per molti tempo la copertina e le due pagine centrali di ogni numero, all’interno del quale comparivano anche giochi e curiosità, rubriche policrome, uno o più racconti illustrati, talvolta frutto delle penne illustri di Gianni Rodari, Italo Calvino o Dino Buzzati.
Il Corrierino, come fu affettuosamente ribattezzato, era avvolto da una sovracopertina in carta colorata e sottilissima con inserzioni pubblicitarie disegnate dai vignettisti del giornale.
Il suo fondatore e primo instancabile direttore, lo scrittore e giornalista lucano Silvio Spaventa Filippi, compì, fondando il Corriere dei Piccoli, una vera e propria rivoluzione pedagogica e linguistica in quanto rivelò lo straordinario e, fin ad allora negletto, potere didattico delle immagini, che dovevano rallegrare, divertire e solleticare la fantasia dei fanciulli e, quam maxime educarli sostenendo la loro crescita emotiva ed intellettuale.
Con il Corriere dei Piccoli, secondo gli storici dell’illustrazioni, ha inizio la storia del fumetto italiano, un medium espressivo dotato di caratteristiche peculiari e particolarissime e foriere di interrogativi critici ancora aperti.  Questa poliedrica personalità lucana ha dato il nome al Circolo Silvio Spaventa Filippi che promuove il Premio Letterario Basilicata.

Il fumetto d’importazione americano fu adeguato con opportuno pragmatismo alla tradizione culturale italiana: fu eliminato il ballon e al suo posto Silvio Spaventa Filippi adottò l’ottonario in rime, cifra stilistica della pubblicazione e probabilmente fra i motivi del suo successo. Organizzati in quartine a corredo delle immagini, i versi erano ricchi di allitterazioni, rime e assonanze, perciò musicali, cadenzati ritmicamente, leggeri come filastrocche da canticchiare sulle ginocchia dei nonni o nelle rincorse ai compagni di giochi; le quartine, acrobazie poetiche affascinanti, costituivano una sfida ludico-intellettuale per i fanciulli e un divertimento per gli adulti.

Al tempo della sua fondazione il Corrierino rappresentava una delle poche occasioni di svago esistenti, eppure uno dei migliori strumenti educativi grazie alla corrispondenza simbiotica fra parole e immagini.
La legione di personaggi che popolò il Corrierino è folta e vivace: Bil Bol Bul, Quadratino, Cirillo, Fortunello e gli americani Cirillo, i coniugi Petronilla e Arcimbaldo, Fortunello, Mio Mao, Sor Pampurio, Bonaventura, Marmittone , i più giovani Pimpa, o i Puffi.
Il giovane neretto Bil Bol Bul, malgrado la vita letteraria breve, entrò nel fecondo immaginario dei bambini come pochi altri eroi di carta (un Festival internazionale del fumetto che si tiene tutti gli anni a Bologna a partire dal 2007 porta il suo nome) perchè era birichino e una sfortunata vittima di calamità di ogni genere.
Quadratino, dalla testa geometrica e la sagoma sempre in bilico, come in una verifica scolastica imprevista, viene sempre drammaticamente soccorso da mamma Geometria, nonna Matematica e dalla naftalinica Trigometria.
nel 1917 debuttò l’amato Bonvaventura, giacca  rossa su pantaloni bianchi e l’immancabile fido Bassotto.. Sfortunato come un paperino, alla fine delle sue disavventure diventa un “Gastone” vincendo un milione di lire e riuscendo ad incarnare i sogni dell’italiano medio di ogni epoca e provenienza.
Nel 1929 esordì Sor Pampurio, creatura gozzoniana quando si dice contento del suo appartamento e della sua quotidianità e, pirandelliana nella ricerca ossessiva e schizofrenica di nuovi luoghi di villeggiatura e nuovi amici; Sor Pampurio è il piccolo borghese degli anni venti, l’epoca in cui nella nostra società iniziavano a palesarsi le prime nevrosi consumistiche.
L’allegra brigata di personaggi del corriere dei Piccoli è ampia e composita e capace di offrire spunti per la diffusione di messaggi pedagogici, di fornire occasioni di riflessione sui valori della vita, di elargire insegnamenti di vita o di pratica utilità.
Il Corriere dei Piccoli era destinato anche ad un pubblico adulto, non solo perché la conoscenza del mondo dell’infanzia costituiva un esercizio utile ai genitori che potevano conoscere meglio i lori piccoli, ma anche perché più semplicemente essi stessi un tempo erano stati giovani e pertanto non erano immuni al fascino di quelle pagine speciali.
Il giornale si occupava con profetismo interdisciplinare straordinario anche di salute, igiene e alimentazione, temi che non troppo tempo fa hanno varcato la soglia delle scuole primaria.
Il Corrierino che veleggiò piuttosto serenamente anche nel pelago sospettoso del fascismo fu poi diretto da Franco Bianchi, Guglielmo Zucconi, Emilio Radium, Arnaldo Sartori, Giovanni Mosca e Carlo Riberti, raggiungendo anche le 700mila copie vendute.
La rivista, con modifiche e vari adeguamenti, vivrà fino al 15 agosto 1995 senza interruzioni.