La poesia di Margherita Guidacci, dopo un’iniziale accostamento ai modelli ermetici degli anni fiorentini, ha inteso mirare soprattutto ai significati che le parole assumevano nel loro valore ordinario di comunicazione reale; per cui, il discorso avrebbe acquistato rilevanza attraverso un accostamento – liricamente drammatico – di significati, al di là, o al di qua, della suggestione linguistica. Una concezione, come fu osservato, tipicamente impura della parola; che si reggeva però su un atto, e verrebbe da dire su un connotato etico, di consapevolezza; “grafici esistenziali” dunque, quella poesia, dove assumevano valenze altamente simboliche le costanti escatologiche della Rivelazione, del dolore, e della Redenzione, l’Incarnazione, La Resurrezione dei Morti.