S.E. Mons. Rino Fisichella e Cosimo Damiano Fonseca

S.E. Mons. Rino Fisichella e Cosimo Damiano Fonseca

Monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova evangelizzazione. per due decenni ha ricoperto la cattedra di teologia fondamentale presso la Pontificia Università Gregoriana. Dal 2002 al 2010 è stato rettore della Pontificia Università Lateranense e dal giugno 2010 presiede al nuovo incarico affidatogli da Benedetto XVI.
Nella sua attività teologica Fisichella si è occupato soprattutto della teologia fondamentale, per poi passare al rapporto tra la Rivelazione e il senso del vivere odierno. Il tutto alla luce dell’insegnamento di tre grandi maestri: Hans Urs von Balthasar, Karl Rahner e Josef Ratzinger. Un’attenzione aperta anche verso quelli che il Concilio ha chiamato “segni dei tempi” che si è resa evidente nella sua attività culturale e pastorale legata ai temi della politica e della vita civile. E qui ricordiamo la sua amicizia con Oriana Fallaci. Nel libro a quattro mani con Ferdinando Adornato (Fede e libertà, Fondazione Liberal 2007), il giornalista e uomo politico definisce Fisichella un “maestro di dialogo” poiché “è stato tra i primi a comprendere come la ri-evangelizzazione dell’Europa fosse, prima ancora che un dovere ecclesiale, un destino comune a tutti gli uomini di buona volontà”.
Nel suo ultimo volume (La nuova evangelizzazione. Una sfida per uscire dall’indifferenza, Mondadori 2011), Fisichella ricorda come l’interesse
che l’istituzione del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione ha destato nel mondo è davvero straordinario e l’attesa suscitata manifesta ancora di più l’intuizione profetica di Benedetto XVI. Il fatto che ci troviamo alla conclusione di un’epoca, quella postmoderna, che, nel bene e nel male, ha segnato la nostra storia, obbliga a prendere in seria considerazione il nuovo che si staglia all’orizzonte. In un momento di crisi e di passaggio epocale, Fisichella ricorda come il cristianesimo seppe traghettare il passaggio tra la crisi dell’impero romano e il sorgere della nuova cultura. Lo stesso si può dire “all’alba dell’umanesimo e del rinascimento, quando papi lungimiranti intravidero la genialità di Michelangelo, Raffaello, Tiziano, Tasso… e spalancarono loro le porte per permettere anche a noi di godere dei tesori di arte che realizzarono non senza enormi sacrifici”. Senza negare, ovviamente, i momenti bui, dato che “la storia, purtroppo, non è una parabola crescente quanto, piuttosto, una sinusoide che mostra inevitabili massimi e minimi frutto della natura stessa degli uomini”.
Intervenendo all’ultimo Salone del libro di Torino sul tema della creatività, Fisichella ha notato come essere creativi assume oggi un significato tutto nuovo: «La vera creatività equivale ad accettare la sfida di parlare di Dio al mondo di oggi e di renderlo credibile con la semplicità della propria testimonianza». E in questo senso la Bellezza sia piuttosto il criterio, il segno da cui lasciarsi commuovere e lo scopo da perseguire: «L’uomo sarà sempre rapito a contemplare ciò che è bello. Per questo, è importante suscitare nel nostro contemporaneo stupore e meraviglia. Ciò consentirà di aprire spazi di infinito e nuova conoscenza che affascinano e provocano a tal punto da compiere la scelta più libera e creativa che l’uomo conosca: credere».