da sinistra Emilio Colombo premia Alessandro Parronchi

da sinistra Emilio Colombo premia Alessandro Parronchi

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Alessandro Parronchi appartiene, come poeta e come scrittore, alla seconda e ormai classica – per quanto l’aggettivazione che subito segue lo consente – generazione ermetica.
Ma in Parronchi il germe originario di simbolismo insito nell’esperienza che timbra quella stagione fiorentina, ha fin dapprima, accanto ai coetanei Luzi e Bigonciari, una particolare, inconfondibile nota che lo imprime a sua volta in modo originale. Questa nota si riassume nella sensibile investigazione interiore, che si comunica al lavoro sulla parola, alla misura dello stile.
Al di sopra di ogni preoccupazione formale e, di converso, oltre ogni facile abbandono, la poesia di Parrochi trova una via di partecipazione delicata e precisa, rigorosamente e finemente ritmata su una cadenza quotidiana, attingendo a motivi e stimoli d’ispirazione correnti, espunti da una cronaca affabile e sorvegliata, che si allea in modo spontaneo alle cadenze dell’anima. A conferma di un’essenzialità conquistata con la disciplina della riflessione e del lavoro scientifico inizia e porta rapidamente avanti, con interventi probi e quanto intuitivi, una ricerca di storico dell’arte nell’ambito della quale perverrà a specifiche identificazioni, arricchendo le conoscenze del grande Quattrocento. Memorabili in questo campo, per non citare che alcuni punti, i ritrovamenti su Donatello e Michelangelo, gli approfondimenti rivelatori sugli sviluppi della scienza prospettica fin dalle origini, e su Botticelli, Brunelleschi, Masaccio. Tutto ciò accanto a un fervido impegno di critica militante. E non meno di citare anche il lavoro, pregevolissimo, di traduttore di poesia francese. Ma il punto centrale della poesia di Parrochi va segnalato oltre le circostanze che ritmano la sensibilità impensierita dello scrittore Sta, come osservava anni fa Baldacci, che nel presentimento di una parusia e di un apocalisse che si saldano con una purezza remota, in un rifiuto dell’apparente per una conquista dell’invisibile; in una inchiesta, in una ricerca cioè, che rendono la sua tra le testimonianze religiose più alte del Novecento