Nitido profilo di un comune inserito nell’area centrale delle colline materane non a caso definito tipologicamente “Città militense” per lo stigma del suo nucleo originario che condizionò anche nei secoli successivi la sua fisionomia economico-sociale. Infatti con l’eversione della feudalità e con l’abolizione della proprietà ecclesiastica all’Ordine dei Cavalieri giovanniti si sostituì un nuovo titolare del patrimonio immobiliare e fondiario che impedì il costituirsi di un ceto dirigente locale. Assurto come Comune emblematico dei problemi e della realtà rurale meridionale dalla Commissione d’Inchiesta del Parlamento nazionale all’inizio degli anni ’50 del secolo appena decorso, Grassano si presenta come specchio del difficile processo di emancipazione della società meridionale. Alfonso Pontrandolfi ne ricostruisce le vicende, i meccanismi del sottosviluppo, le specificità della vita economica, sociale e politica di Grassano attraverso strumenti ricognitivi demografici, urbanistici, documentari di indubbia efficacia.