Questo romanzo colloca con maggiore chiarezza la narrativa di Giuseppe Lupo in quella linea antropologica che è fatta di realismo corale e di invenzione magica. Ballo ad Agropinto descrive l’allucinazione con cui è vissuta la fuga di un’intera comunità in un luogo lontano e del tutto diverso da quello di partenza. Con forza affabulante e ironica Lupo descrive l’emigrazione degli anni post bellici e quelli del boom economico, tra Lombardia e Piemonte, come una grande festa collettiva e dunque secondo il criterio del gioco del rovesciamento proprio della poesia popolare. “Un romanzo, questo, che segna la maturità del narratore e lo inserisce nella linea epico-ironica della scrittura lucana”
