Matteo Dominioni fornisce una puntuale e documentata indagine della conquista coloniale dell’Etiopia da parte del governo fascista e una ricognizione degli assetti politico-istituzionali imposti acriticamente e senza nessuna adeguata conoscenza della realtà locale, della cultura, delle tradizioni e degli equilibri sociali di questa regione. L’opera risulta essere un’ analisi attenta e fortemente partecipata del modello di dominio diretto imposto da Mussolini, che non teneva in alcun conto la storia millenaria dell’Etiopia , l’articolazione della società indigena, il ruolo della nobiltà tradizionale, l’importanza fondamentale della Chiesa cristiano-ortodossa, il peso delle consuetudini.
Ma ciò che rende incisiva e rilevante la ricerca di Dominioni è l’aver svelato alcuni episodi di brutale violenza che accompagnano la presenza degli italiani in Etiopia come, ad esempio, il rastrellamento e poi l’annientamento di oltre mille etiopi rifugiatisi in una enorme grotta nella regione del Craia Zret-Lalomedit. Riproporre allora la memoria è testimonianza di coraggio civile, oltre che di buon metodo storico.
