Paola Capriolo

Paola Capriolo

Il mondo raffigurato con precisione schematica in questo libro della Capriolo non sembra avere alcuna speranza. Volendo leggere la storia come parabola, si direbbe che la capacità dell’uomo di creare mostri con la scienza, anche quando questo potere è in mani buone, non possa produrre che perdizione, perché prima o poi sarà la nevrosi, la paura e l’arroganza del potere ad appropriarsene. Yossel viene progressivamente a rappresentare nella vicenda la perdita del limite fino all’inevitabile autodistruzione. Nel romanzo Una luce nerissima di Paola Capriolo, avvolto in un notturno costante carico di foschi presagi, campeggia tuttavia una scrittura chiarissima. È questa scrittura nitida, fredda e sicura, la cifra di un fare letterario che, pur collocandosi in una dimensione mitica e volutamente arcaica, dichiara la sua appartenenza alla contemporaneità. Perché è una scrittura che cerca la sua giustificazione in se stessa e si fa centrale rispetto alla storia narrata.