Il grande poeta perseguitato dallo stalinismo Osip Mandel’stam e sua moglie Nadezda si erano conosciuti a Kiev il primo maggio del 1919. Quell’incontro, che si è protratto in termini cronologici fino al 1938 ma che ha il sapore dell’eternità, segnato dagli orrori del “secolo assassino”, è sopravvissuto a quegli orrori per arrivare fino a noi con la forza della libertà e della poesia e diventare così una pietra miliare nella storia della cultura. Non si narra semplicemente la vicenda di un grande amore perché è una pagina di storia ineludibile e la testimonianza della prepotenza del terrore staliniano cui si oppone una forte volontà riparatrice – quella di Nadezda che salva dall’oblio le poesie del marito imparandole a memoria, ricopiandole, nascondendole, consegnandole ad amici fidati.
