Ballata e morte di un capitano del popolo
Il Compagnone, che ha esordito nel ’46 con “La Festa” e ha ottenuto il premio Marzotto nel ’54 con “La vacanza delle donne”, si è affermato come una delle voci più singolari della nostra narrativa in quel filone che si riconosce come napoletano, con una serie di opere (quattordici titoli e premi come il Napoli di Cianciano, il Selezione Campiello e il Villa San Giovanni) in bilico fra un impatto fantastico con la realtà, fino al limite della favola, e un sofferto sentimento della storia affrontata talvolta con piglio picaresco. In questa “Ballata e morte” i due modi della sua visione si compongono in un felice impasto che l’autore stesso definisce
